Sapete che il ginepro è spontaneo in Italia con tre specie diverse, Juniperus communis, tipico delle Alpi e dell’Appennino settentrionale, J. oxycedrus e J. phoenicea lungo la Penisola e le isole? Ma nei vivai e Centri Giardinaggio italiani sono disponibili una trentina di altre specie e cultivar differenti per portamento e forma e colore degli aghi (che nelle specie esotiche aghi non sono, bensì foglie squamiformi).
Potete scegliere quelli che più vi piacciono, perché tutti producono “bacche” (in botanica si chiamano “galbuli”) sferiche carnose, dapprima verdi e poi nero-bluastre o marroni o rosso-brune, mature in 2-3 anni, e ricoperte da una patina opaca. Unico particolare: per averle, servono due esemplari, un maschio e una femmina, perché si tratta di un genere dioico, cioè a sessi separati: nel punto vendita li riconoscete perché il maschio è sempre senza frutti e la femmina li ha.
Coltivazione semplicissima
È una pianta molto longeva, anche se la crescita è lenta, ma in compenso non teme i venti, né quelli alpini, né quelli salmastri. Richiede una posizione soleggiata e un terreno calcareo. Gli esemplari aghifogli di almeno 1 m d’altezza si possono impiegare anche come siepe divisoria contro le intrusioni di estranei o di animali.
Al terzo o quarto anno di età il ginepro femmina (con una pianta maschio nei dintorni) produrrà i primi frutti che matureranno l’anno seguente. Non richiede alcuna cura colturale particolare, salvo le annaffiature nel primo anno dopo l’impianto. Il concime non è necessario, ma è gradito in autunno.
I frutti si raccolgono manualmente con un paio di guanti a fine estate, tagliando i rametti che li portano; si essiccano in strati sottili in un ambiente aerato smuovendoli spesso per evitare che si formino muffe. Si conservano in un barattolo ben chiuso e all'asciutto.
“Bacche” di ginepro dalle molte virtù
Il vero tesoro fitoterapeutico del ginepro sono i frutti, che contengono un olio essenziale con proprietà diuretiche (tanto da essere utilizzato in preparati farmaceutici), analgesiche (contro reumatismi e artrite) e disinfettanti delle vie urinarie. Sono inoltre ricchi di tannini, sostanze astringenti con proprietà aperitive e digestive (nel piatto accompagnano di solito la cacciagione, notoriamente difficoltosa da digerire) e battericide. Contengono anche una resina, sostanza balsamica a base dell’olio essenziale che sfiamma le vie respiratorie e le libera dal catarro.
Essendo così ricco di princìpi attivi, il ginepro va assunto con moderazione, soprattutto se fresco, perché ad alto dosaggio determina un effetto opposto, irritando i reni e l’apparato urinario in generale. Inoltre è assolutamente vietato in gravidanza perché stimola le contrazioni uterine, ed è sconsigliato durante l’allattamento.
Mille usi delle bacche di ginepro
Le bacche durante il Medioevo e il Rinascimento erano considerate una sorta di panacea universale, in virtù del sapore acre che ha dato il nome alla pianta (da un vocabolo celtico che significa appunto “acre”).
Oggi si impiegano in distilleria (se ne ricavano il gin e i liquori aromatizzati), ma anche in cucina per marinate di cacciagione, paté, ripieni, stufati, per condire i crauti e aromatizzare il brodo di carne. L’industria le utilizza per affumicare e profumare il prosciutto e lo speck, assieme ai rami fogliosi che vengono bruciati durante l’affumicatura.
Invece le bacche ancora verdi, lasciate macerare in acqua e ammoniaca, tingono le stoffe di color nocciola. E se, dopo aver acceso il fuoco nel camino, quando si sono formate le braci, spargete una manciata di bacche di ginepro, disinfettate l’aria!
Ricette erboristiche con il ginepro
• Come espettorante: infondete 40 g di bacche schiacciate in un litro d'acqua bollente per 15 minuti, filtrate e bevete 3 tazze al giorno.
• Contro la bronchite: fate suffumigi con 40 g di bacche infuse per almeno 15 minuti in 2 litri d'acqua bollente, senza filtrare.
• Per placare la cistite: macerate 100 g di bacche in un litro di vino bianco per 8 giorni, filtrate, bevete 3 bicchierini da liquore al giorno.
• Contro i dolori reumatici: macerate per 10 giorni 10 g di bacche in 100 cl di alcol a 60°, filtrare e aggiungere pari quantità di olio d'oliva, all'occorrenza massaggiare la parte con 5-10 gocce di preparato.
• Per mitigare l’alitosi: infondete 5 g di bacche in una tazza d'acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevete dopo i pasti.
• Per aiutare la digestione lenta: bollite 100 g di bacche con un pezzetto di scorza di limone in un litro d'acqua fino a ottenere uno sciroppo, filtrate e aggiungete 2 cucchiai di miele d'acacia, fate bollire per 10 minuti, poi imbottigliate e conservate in frigo; prendete un cucchiaio prima dei pasti.
• Come antisettico intestinale: lasciate 15 g di bacche schiacciate in un litro d'acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevete 3 tazze al giorno.